Il libro "Inganno Globale" ed il metodo scientifico

di Henry62
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Dopo essere stato annunciato da tempo, il film "Inganno Globale" di Massimo Mazzucco è finalmente disponibile anche in libreria, allegato in omaggio all'omonimo libro.
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In un primo tempo, dalle pagine del sito Luogocomune si auspicava una distribuzione del film come allegato ad un periodico, quindi per grandi numeri, con commercializzazione nel circuito delle edicole; poi si è invece definita la disponibilità al pubblico come DVD allegato in omaggio col libro "Inganno Globale", in vendita al prezzo di copertina di 11,90 euro, edito da Macro Edizioni di Diegaro di Cesena.
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La pubblicazione del libro scritto da Mazzucco, annunciata a sorpresa in prossimità dell'uscita commerciale, è certamente una ghiotta novità per chi, come me, vorrebbe capire le vere motivazioni e le basi da cui le teorie cospiratorie prendono spunto.
Ricordo che su tali teorie e su filmati analoghi sono state fatte trasmissioni, sia da emittenti private che pubbliche, che hanno lasciato ampio spazio ad ogni sorta di ipotesi, senza però mai approfondire le radici da cui tali ipotesi traggono il loro nutrimento.
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Se è vero, ed io condivido, che le domande nascono dall'osservazione del contesto, è altrettanto vero che le risposte nascono spesso dal particolare.
Trovo francamente incomprensibile un metodo di procedere che, dei medesimi fatti criminosi, faccia prevalere una visione di sintesi (contesto), rispetto ad una di analisi (particolare), quasi che i due tipi di contesto siano in contrapposizione. Se l'analisi è il metodo di ogni investigazione, legale o scientifica, la sintesi ne fornisce il risultato finale: queste sono le due facce della medesima medaglia.
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Chi nega una qualunque delle due facce, nega l'esistenza della medaglia, cioè, fuor di metafora, manipola la realtà.
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Tornando al libro, senza quindi prendere in considerazione il film (di cui è possibile già trovare in Rete alcune analisi), si è voluto far precedere la pubblicazione della recensione da un esperimento, di cui racconteremo nel corso dell'analisi del libro.In pratica, acquistato il libro con annesso film, dalla lettura mi aspettavo non di sapere quale fosse il punto di vista dell'autore, che ben conosco sia per l'analisi di quanto da lui prodotto finora, sia per diretta conoscenza per la mia frequentazione delle discussioni sulle pagine del suo sito, ma di capire quali fossero le prove documentali che lo hanno portato a fare le sue affermazioni.
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Letto il libro, che è di fin troppo facile e veloce lettura sia per l'esiguità delle pagine (129 in tutto), sia per il dichiarato intento dell'autore di scrivere in modo semplice per chi non sa niente degli avvenimenti dell'11 settembre 2001, sono rimasto francamente sconcertato.
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Prima di leggere questo libro, Mazzucco per me si poneva, senza alcun dubbio, come uno degli alfieri del movimento italiano sostenitore delle teorie alternative alla realtà dei fatti dell'11 settembre, movimento che di fatto in Italia polarizza i suoi riferimenti su una rosa molto limitata di nomi.In questo libro, quindi, ritenevo che Mazzucco intendesse fare un importante passo avanti nella sua ricerca, passando finalmente dal solo porre domande al formulare ipotesi di risposte.
Sebbene parzialmente, la mia aspettativa è stata soddisfatta.
E' chiaro che chi, come me, ha già espresso pubblicamente la sua posizione critica nei confronti delle teorie alternative, sarebbe stato agevolmente accusato di faziosità se si fosse scagliato contro le opinioni dell'autore del libro "Inganno Globale", per cui, volutamente, non voglio prendere in considerazione le idee dell'autore, per quanto le possa ritenere fantasiose e del tutto arbitrarie, ma solamente il suo metodo di analisi per passare dai fatti alla formulazione di ipotesi di ricostruzione alternative a quelle diffuse dagli organismi tecnici e governativi americani.
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Premetto che ho sempre contestato l'asserzione dell'autore che la cosiddetta "versione ufficiale" sia quella fornita dai mainstream media. I mass media forniscono, nella migliore delle ipotesi, una divulgazione annacquata delle analisi tecnico-scientifiche che invece, nella loro stesura ufficiale e definitiva, sono il solo riferimento per chi si vuole occupare seriamente di un'analisi dei fatti dell'11 settembre.
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Dalla lettura del libro di Mazzucco, quindi, ho cercato di ricavare come e da dove l'autore traesse le sue certezze, per imbastire il suo personalissimo cammino di ricerca della verità.
Purtroppo, devo dire, la delusione è stata cocente.
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L'autore incappa in un numero impressionante di errori, taluni davvero sconcertanti per chi, come lui, si ritiene che si occupi da anni di 11 settembre.
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Colpito da tali presenze, ingombranti ed incresciose, decisi allora di fare un esperimento, proponendo ad una popolazione di sostenitori delle teorie alternative, qual è in massima parte la community dei frequentatori del sito Luogocomune, la possibilità di dire la loro prima della mia recensione, in merito agli errori presenti nel libro.
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L'intento era duplice, nel senso di trovare conferma o meno a tutti i miei dubbi e, in seconda battuta, valutare il livello di sensibilità ed obiettività di un pubblico certamente più evoluto rispetto al target cui si rivolge il libro (che ricordo essere chi non sa niente di 11 settembre).Il primo obiettivo era per me raggiungibile attraverso un dialogo diretto con l'autore, il secondo tramite gli interventi e la discussione con gli altri membri del sito.
L'autore ha accettato il dialogo, non potendo certamente ignorare il fatto che io fossi andato proprio su Luogocomune per parlare degli errori presenti nel suo libro, ponendosi però immediatamente su un piano di contrapposizione frontale, minimizzando l'entità degli errori rilevati e cercando di uscire dalla imbarazzante situazione affermando che se io non criticavo le sue domande, significava che le trovavo motivate, dimenticandosi, molto opportunamente, della mia affermazione di principio che non volevo in nessun modo criticare le sue opinioni ma solamente verificare quali fossero per lui le evidenze significative.
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La community di Luogocomune ha invece mantenuto un rigoroso riserbo sugli errori, senza partecipare al dialogo, intervenendo solamente per cercare di dirottare la discussione, ponendo domande fuori topic o con interventi volutamente offensivi, facendo passare l'invito alla discussione per un tentativo di "delazione" nei confronti della guida del sito, cioè lo stesso Mazzucco.
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Partendo da queste basi, la discussione è presto degenerata, come purtroppo quasi sempre avviene quando si vuole supplire col sarcasmo o con l'offesa alla mancanza di argomenti.
L'autore poi, giocando coi ruoli di webmaster, regista e scrittore, dopo un imbarazzante (per lui, non certo per me) blocco e sblocco del thread nel forum, ha ritenuto poi anche di dedicarmi ulteriore spazio in prima pagina, e di questo lo ringrazio, perché ha consentito di chiarire finalmente, in modo meno formalmente lezioso ma più brutalmente sincero, quindi efficace, quale sia il suo vero pensiero.
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La conseguenza di tale operato è stata una presa di posizione decisa di una parte della community di Luogocomune, che, nonostante condivida comunque posizioni alternative a quelle ufficiali, non si è riconosciuta nelle posizioni francamente poco sostenibili di Mazzucco, dichiarando pubblicamente di dissociarsi dalla linea del sito.
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Naturalmente gli utenti più coinvolti sono quelli che in passato più hanno contribuito a stimolare la discussione, motivo per cui credo sia indiscutibile dichiarare che la perdita di queste persone sia certamente negativa in assoluto per il sito Luogocomune, indifferente invece per Mazzucco, che, comunque, non sembra attribuire alle loro analisi particolare valore.
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Il libro, come detto, presenta numerosi errori, il più curioso dei quali, per la sua banalità, è l'affermazione che le Torri avessero 108 piani e fossero di proprietà del municipio di New York, quando chiunque sa che le Torri avevano 110 piani ed erano di proprietà di un ente bistatale, la Port Authority di New York e del New Jersey.
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L'autore, per spiegare il motivo dell'errore, non ha saputo opporre che una banale affermazione, secondo la quale lui aveva vissuto per un certo tempo a New York e per questo lui era convinto che quella fosse la realtà.
Sia chiaro, l'errore sul numero dei piani è banale in assoluto, ma credo sia pesante concettualmente, perché indica che l'autore (e chiunque abbia riletto il manoscritto) non abbia ritenuto di verificare una banale affermazione facilmente disponibile sulle stesse pagine di Luogocomune.
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Viene il dubbio, quindi, che l'approssimazione sia stata sovrana nell'approntamento dell'elaborato, forse per vincoli di tempo dettati dalle scadenze editoriali.
Il secondo errore, quello riferito alla PANYNJ, è certamente grave, perché l'aver scambiato la municipalità di New York con lo Stato di New York significa che l'autore non ha la benché minima idea del motivo per cui le Torri non fossero soggette formalmente al rispetto dei regolamenti costruttivi della città di New York.
Quindi l'autore non sa che proprio per questo motivo nessuna imputazione poteva essere rivolta ai costruttori e ai progettisti per l'eventuale mancato rispetto delle norme di sicurezza della città di New York, visto che formalmente questi edifici non dovevano soddisfare tali norme, essendone la loro proprietà esente dalla giurisdizione.
Per lo stesso motivo è stato possibile avere i piani con maggiore densità di popolazione prevista esattamente nel posto di più difficile evacuazione, cioè sulla sommità, ove erano presenti un ristorante nella Torre Nord ed un belvedere aperto al pubblico, previo acquisto di biglietto, per la Torre Sud.
In entrambi i casi, se i piani fossero stati completamente occupati, si sarebbe registrata una presenza ben superiore a quella consentita dai mezzi di evacuazione.
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Gli errori non finiscono qui: ce ne sono di veramente preoccupanti, perché oltre alla gravità delle affermazioni errate fatte, questi errori aprono pericolosi ma illuminanti squarci sul metodo di documentazione e di analisi dell'autore.
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Un esempio eclatante di questa mancanza di scientificità è l'attribuzione di una presenza massiccia di amianto, che, sempre secondo l'autore, letteralmente foderava le Torri Gemelle, mentre è ben chiaro dalla documentazione ufficiale che l'amianto era completamente assente nella Torre Sud e presente solo nei primi 38 piani della Torre Nord, cioè in poco più di un terzo dell'edificio.
Proprio su questo specifico tema il buon Mazzucco ha chiesto ripetutamente quali fossero le mie fonti ed io sono ben lieto di dargli ora risposta, dicendo che le fonti sono proprio i report ufficiali FEMA-NIST.
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Certo, è curioso vedere un cosiddetto debunker che fornisce ad un "cospirazionista doc" le fonti per un suo libro, ma a volte niente è più incredibile della realtà.
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Se questo è stato il metodo, allora non deve sorprendere l'affermazione di Mazzucco che gli impennaggi di coda del Boeing 757/200 che ha colpito il Pentagono fossero in acciaio, oppure che si dia per scientificamente provata (quando mai?) la thermite fra le macerie di Ground Zero.
Il metodo è quindi non scientifico, basato in larga misura sull'esperienza personale, peraltro dimostratasi ampiamente insufficiente, e comunque privo di quell'approfondimento che solo giustifica la parola "analisi".
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L'autore non fa, infatti, un'analisi, ma sintetizza, alla luce delle sue conoscenze, i fatti che solamente così sembrano essere ingiustificabili. Si tratta quindi di una mancanza di spessore scientifico nella conoscenza dei fatti che, purtroppo, porta l'autore a formulare ipotesi di pura fantasia su fenomeni fisici, facendo affermazioni prive di qualunque supporto tecnico.
L'autore pone effettivamente in dubbio ciò che le autorità preposte affermano, ma buona parte dei dubbi nascono dal non aver adeguata padronanza degli atti ufficiali liberamente disponibili sui siti istituzionali governativi.
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Per questo motivo si critica, con grande apparato iconografico, il collasso dell'edificio secondo il meccanismo pancake, inizialmente ipotizzato in un report provvisorio del maggio 2002, ma che, purtroppo per l'autore, è stato invece decisamente ed esplicitamente rigettato nel report definitivo del NIST del 2005 e nel documento FAQ dell'agosto 2006 dello stesso ente.
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In conclusione, risparmiandoVi una ulteriore e noiosa elencazione di altri errori presenti nel libro, risulta eclatante l'affermazione fatta dall'autore stesso nel forum di avere già posto mano in fretta e furia all'edizione riveduta e corretta del libro, costretto a ciò, evidentemente, dalla precisa contestazione di fatti, non opinioni, liberamente verificabili da chiunque.
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Dalla lettura della prima edizione del libro "Inganno Globale", in attesa della seconda riveduta e corretta, è risultato chiaro a tutti che un dialogo serio e scientifico sui fatti dell'11 settembre non può prescindere dalla conoscenza delle evidenze, indipendentemente dalla posizione che si intende assumere e dalle ipotesi che si vogliono formulare.
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Mi piace ricordare l'antico detto arabo che costituisce l'apertura del libro di Mazzucco: "Onesto è colui che cerca di adeguare il proprio pensiero alla verità delle cose. Disonesto è colui che cerca di adeguare la verità delle cose al proprio pensiero".