C'erano pozze di metallo fuso...

di Enrico Manieri - Henry62

English version adapted and translated by Paolo Attivissimo

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Un particolare ringraziamento alla ditta Contessi per l'amichevole supporto tecnico
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Dopo aver visto le possibilità tecniche offerte dal taglio termico dell'acciaio in questo articolo e aver approfondito la tecnologia impiegata (vedi articolo), oggi vorrei affrontare un ultimo argomento che reputo interessante.
Quando si eseguono demolizioni di strutture in acciaio, come nel caso dei lavori di sgombero delle macerie di Ground Zero, si verificano certamente situazioni in cui il metallo tagliato produce delle caratteristiche colature.

Abbiamo numerose fotografie scattate a Ground Zero in cui questo effetto è ben documentato; ciò che non si vede mai è invece dove finisce il materiale che cola.
Chiarisco subito che non sto affermando che le testimonianze indirette di pozze di metallo fuso a Ground Zero siano da imputare unicamente all'effetto del taglio termico dell'acciaio, ma sicuramente, visti gli spessori di acciaio in gioco nelle colonne del core alla base delle Twin Towers e del WTC7, oltre alla loro sezione, è del tutto logico che alla base, nelle fondamenta o nei vani in cui poteva raccogliersi (ad esempio nel vano degli ascensori, che erano proprio racchiusi all'interno del core delle Torri), il materiale tagliato abbia prodotto su grande scala effetti simili a quelli che vado ad illustrate nelle immagini di questo post, in cui saranno proprio le immagini a darci un'idea di cosa sicuramente si è verificato anche a Ground Zero e si è reso visibile a chi operava lo sgombero.
Ringrazio la ditta Contessi che mi ha consentito di documentare, sia in video che con un completo servizio fotografico, queste prove di taglio di elevati spessori di acciaio.
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- TAGLIO TERMICO DELL'ACCIAIO -
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La prova è stata eseguita a metà settembre 2007, all'aperto, in una giornata soleggiata.


(si noti il colore giallo dei fumi prodotti,
presente in molte immagini dei lavori di demolizione
 e sgombero delle macerie di Ground Zero)


A terra si crea dopo qualche minuto di taglio una pozza di metallo fuso, che crea delle vere e proprie colature di metallo incandescente, che solidifica e si raffredda nel giro di un quarto d'ora.


Lasciato raffreddare il metallo, dopo circa una ventina di minuti, è stato possibile avvicinarsi e riprendere queste immagini ravvicinate.


Il metallo fuso a terra NON ha più la consistenza del materiale di origine, perchè il procedimento di taglio è un processo non solo fisico di fusione termica del metallo, ma soprattutto chimico, in cui il metallo viene ossidato rapidamente ad altissima temperatura da un getto ad alta pressione di ossigeno purissimo, per cui il materiale che cola a formare la pozza è chimicamente molto diverso da quello di partenza.
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La resistenza meccanica, in particolare, è praticamente azzerata e la pozza si spezza, nonostante lo spessore consistente, esercitando un minimo sforzo con la semplice forza della mano.
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. - SECONDA PROVA: TAGLIO TERMICO DI ACCIAIO AD ALTA RESISTENZA -
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- FOTOGRAFIE RAVVICINATE DELLA POZZA DI METALLO FUSO -
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Come detto, il metallo fuso si presenta di colore grigio satinato, ma basta esaminare un campione di questa pozza per capire il motivo della sua scarsissima resistenza meccanica: il metallo che la compone si presenta di aspetto spugnoso, con cavità gassose anche di notevoli dimensioni rispetto allo spessore (questo effetto si è ripetuto anche in pozze non a contatto con la sabbia, quindi non è collegato al tipo di fondo su cui il metallo cola).
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In conclusione, ricordo che le pozze fotografate si sono verificate per un solo taglio durato pochi minuti in ciascun pezzo sottoposto a prova, ma nel caso di Ground Zero i monconi di colonna rimasti in piedi hanno subito numerosi tagli nella loro altezza e quindi, alla base, gli effetti di colatura si sono evidentemente sommati.
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Secondo voi, seguendo il solo buon senso, cosa sarebbe lecito aspettarsi di trovare alla base di una colonna che ha subito numerosi tagli di questo tipo?
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