Le Vittime dell'11 Settembre: i suicidi

di Enrico Manieri - Henry62
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L'articolo che segue contiene immagini particolarmente forti, la cui visione è sconsigliata a persone sensibili o impressionabili.
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La sorte degli occupanti della Torre Nord che ebbero la sventura di trovarsi al di sopra dei piani colpiti dagli aerei fu senza speranza fin dal primo momento.
Nel WTC1 l'impatto centrale del Boeing 767 contro il core dell'edificio aveva distrutto ogni possibile via di fuga, tagliando tutte e tre le scale di evacuazione che scorrevano all'interno del core stesso, mentre nella Torre Sud solo una delle tre scale era ancora agibile.
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Nell'articolo sulla protezione antincendio delle Torri Gemelle, uno dei primi pubblicato sul mio blog, a proposito delle scale scrivevo:
"Le scale di emergenza erano collocate nel core ed erano 3 per torre, anche se potevano esistere altre scale interne di collegamento fra piani commerciali diversi occupati dai medesimi affittuari.
I requisiti normativi da soddisfare nella struttura per le scale erano quattro:
  • numero di scale
  • ampiezza delle scale
  • separazione delle porte di accesso alle scale
  • distanza di viaggio da percorrere per raggiungere le porte delle scale
Tutti questi parametri progettuali tengono conto delle caratteristiche geometriche e strutturali dell'edificio, ma anche della densità di popolazione prevista o, viceversa, fissano il numero massimo di persone presenti sul piano servito da quelle scale.
Il criterio base è quello delle unità di ampiezza di uscita, fissato in 60 persone ogni 22 pollici di ampiezza delle scale di sicurezza.I piani commerciali potevano ospitare un massimo di 365 persone ciascuno, in base alla densità di occupanti prevista dalle normative per l'abitabilità; quindi le scale erano adeguate per i piani commerciali.

Le scale delle Twin Towers erano 2 (le scale A e C) ampie 44 pollici (quindi fino a 120 persone per scala, e 240 persone in totale) ed 1 (scala B) ampia 56 pollici (pari a 150 persone). Con quelle scale, un piano delle Twin Towers poteva accogliere al massimo 240+150=390 persone contemporaneamente.

La cosa grave era che entrambe le Twin Towers avevano gli ultimi piani aperti al pubblico, perché nella Torre Nord era presente un ristorante (Windows on the World - piani 106 e 107) e nella Torre Sud il belvedere (Top of the World - piano 107), ciascuno con una capienza pari a 1.000 persone per piano, a fronte delle 390 previste dall'ampiezza delle scale.Nel momento dell'attacco erano presenti 188 persone al ristorante e solo alcune nel belvedere, perché non era ancora orario di apertura al pubblico.
Si sottolinea che nessun parametro era influenzato dal numero di piani dell'edificio; quindi le stesse normative per le Twin Towers, alte 110 piani, si applicavano per un edificio di 10 piani. Secondo la normativa, la distanza fra le porte di accesso alle scale doveva essere almeno di un terzo della massima distanza di attraversamento di un piano (180 piedi per le Twin Towers) e la distanza minima effettiva era di 70 piedi; quindi la norma era rispettata.Detto questo, risultano chiari 2 aspetti:

Normative successive del 2000 e del 2003 imposero altre distanze di riferimento: la minima distanza di separazione fra le porte non doveva essere inferiore ad un terzo della diagonale della pianta dell'edificio misurata su quel piano: con questo criterio la distanza minima sarebbe stata di 98 piedi, contro i 70 delle Twin Towers.

La struttura delle scale doveva garantire l'assenza di fumo e calore, per cui gli accessi dovevano essere realizzati con porte tagliafuoco ed i corridoi delle scale dovevano essere isolati dal resto dell'ambiente, per garantire una colonna priva di fumi e di calore che consentisse l'evacuazione dell'edificio.
E' chiaro che la compartimentazione delle scale era realizzata sempre con i medesimi pannelli in gesso e, piano per piano, la posizione delle scale poteva variare, realizzando appositi corridoi isolati nel core che consentissero la continuità dell'accesso alle rampe delle scale stesse.


Per questo motivo, era possibile evacuare l'edificio anche attraversando un piano con in corso un incendio anche di ampie proporzioni, purché fosse garantito l'isolamento termico della tromba delle scale su quel piano.

Nel caso del WTC1, l'impatto dell'aeroplano interruppe, facendoli crollare, i corridoi delle trombe delle scale escludendo chi si trovava sopra dalla possibilità di fuga, mentre nel WTC2, proprio per la diversità del posizionamento della pianta del core rispetto alla direzione di attacco dell'aereo, una intera rampa di scale restò illesa, consentendo l'evacuazione dei pochi presenti che si resero conto di questa possibilità di fuga.

Il WTC1 venne colpito sulla facciata nord, circa a metà del lato lungo del rettangolo del core, mentre il WTC2 venne colpito sulla facciata sud, all'altezza dell'angolo inferiore destro del lato corto del rettangolo del coreun conto quindi è la protezione delle colonne, un'altra questione completamente diversa e più complessa è la protezione termica e l'integrità delle scale di emergenza.

Una delle affermazioni più diffuse nell'ambito dietrologico suona all'incirca così: "poiché su una delle due torri alcuni superstiti riuscirono a fuggire scappando subito dopo l'attentato attraverso la scala rimasta integra, allora si può affermare con certezza che il fuoco nei piani di impatto delle torri era di entità così debole da non poter aver intaccato la resistenza delle colonne".

La situazione delle persone intrappolate nella parte sommitale degli edifici in fiamme divenne da subito drammatica, al punto che molti preferirono buttarsi nel vuoto piuttosto che bruciare vivi all'interno dell'edificio. Abbiamo una drammatica testimonianza video nel filmato dei fratelli Naudet, i cineasti che stavano girando un film sui pompieri di New York, che furono al seguito dei primi soccorritori ad accorrere al World Trade Center.

Questa correlazione non ha alcun valore probante, perché la scala, se non colpita direttamente dall'aereo, avrebbe conservato per 2 ore la propria capacità di isolamento termico anche se esposta a temperature elevate da incendi diffusi sul piano.
La geometria dell'impatto assicura, da sola, che la scala incriminata non sia stata toccata dall'aeroplano, che ha colpito inclinato e nell'angolo sud-est in direzione nord-est, per cui sul piano, in posizione nord-est, potevano esserci incendi in corso, come dimostrato dai filmati, ma la scala sarebbe stata perfettamente agibile."

Ad un certo punto del loro filmato si iniziano a sentire dei botti, che i complottisti interpretarono come esplosioni di cariche di demolizione, ma che in seguito, come fu dichiarato dagli stessi cineasti, si accertò trattarsi degli impatti al suolo delle persone che si buttavano dalla Torre Nord, i cui corpi non furono ripresi dalle telecamere per rispetto delle vittime.

Col senno di poi, sarebbe stato meglio fare quelle riprese e documentare ciò che stava accadendo, piuttosto che lasciare poi il campo libero alle illazioni più vergognose che stravolsero completamente la realtà dei fatti. Le testimonianze fotografiche e video drammatiche di coloro che scelsero di buttarsi piuttosto che attendere una fine orribile sono reperibili in rete.

Solo lo spazio per una doverosa spiegazione: nel titolo parlo di suicidi, ma non so quanto questa definizione sia realmente calzante.
Tecnicamente parlando, costoro scelsero deliberatamente la morte buttandosi nel vuoto; avendo di fronte come possibili alternative solamente le modalità con cui morire, cioè buttarsi o morire bruciati vivi, il termine "suicida" potrebbe di fatto non essere corretto, ma ho ritenuto di utilizzare questo termine piuttosto che la traduzione dell'americano "jumper" con cui vengono comunemente indicati.

Una immagine famosissima, divenuta un simbolo della tragedia dell'11 settembre é, "The falling man":
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Nell' immagine che segue, a sinistra, si vedono invece alcune vittime che cercarono probabilmente di scendere lungo la facciata, utilizzando le colonne, in particolare le rotaie del sistema automatizzato di pulizia dei vetri esterni, come estrema via di fuga.
Persa la presa, per la stanchezza o per il calore delle colonne stesse, precipitarono al suolo. In questo caso non si può certo parlare di suicidio, quanto di un disperato tentativo di sopravvivenza dettato dalla disperazione.
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L'immagine che segue è per me una fra le più drammatiche in assoluto: un adulto sporge nel vuoto un bimbo, nel disperato tentativo di farlo respirare e tenerlo lontano dal calore insopportabile degli incendi.

Questa immagine, quando la vidi per la prima volta, si scolpì in modo indelebile nella mia mente e contribuì in maniera determinante nel farmi assumere la decisione di approfondire la ricerca sugli attacchi dell'11 settembre.

Credo che da tragedie come queste si debbano ricavare delle lezioni, che possano contribuire a salvare un giorno delle vite: solo così il sacrificio di coloro che morirono nelle Torri Gemelle potrà non essere considerato vano e la loro memoria realmente onorata.
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Sui piani impattati gli incendi si diffusero dapprima in senso orizzontale dalla zona di impatto al resto del piano e quindi si propagarono in senso verticale, interessando i piani sovrastanti.
I focolai iniziali interessarono più piani contemporaneamente, innescati dal carburante disceso nei vani degli ascensori e nelle tubature di servizio, fuori da ogni possibile controllo perchè l'impatto degli aerei aveva tranciato le tubature del sistema antincendio ad irroratori a pioggia.

Al momento del crollo in entrambe le Torri enormi lingue di fuoco apparvero attraverso gli squarci delle pareti perimetrali, con le fiamme che ripresero rinnovato vigore per l'improvviso afflusso di ossigeno della massa d'aria spostata dal crollo.

Altre immagini famosissime sono le seguenti, scattate alle ore 09:30 e presenti in parte anche nel report NIST (pag. 160 - rapporto NIST 1-5A), dopo parecchio tempo dall'impatto (circa 45 minuti), in cui si vede lo squarcio di ingresso (parete nord) dell'aereo nel WTC1, dopo che nella zona si estinsero spontaneamente gli incendi che, invece, continuavano ad imperversavano sul lato opposto del palazzo. Si ricorda che la Torre Nord crollò alle ore 10:28, per cui queste immagini furono riprese quasi un'ora prima del crollo del palazzo.

In queste fotografie, di cui si conoscono anche dei video, si vedono almeno due sopravvissuti che chiedono soccorso e cercano di trovare una via di uscita, affacciandosi sul bordo dello squarcio.

In particolare la donna sarebbe in seguito stata identificata dal marito per Edna Cintron, una impiegata di 46 anni della ditta Marsh & McLennan Cos. Inc. (la ditta, che occupava i piani dal 93 al 100 della Torre Nord - direttamente impattati dal volo AA11 - perse 295 impiegati nell'attacco e 60 collaboratori esterni presenti negli uffici).
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Nelle immagini si nota questa donna dai capelli rossi, che indossa un paio di pantaloni chiari ed una maglia di colore blu.
Poco si sa del destino di Edna Cintron, se non che morì nel crollo del palazzo, ma in realtà, riguardando nel mio archivio delle immagini comparse in questi anni sulla rete, ho ritrovato questa immagine che riprende una donna, dai capelli biondi o rossi, vestita come Edna, mentre precipita.
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Ingrandendo i due particolari, si vede che la donna che si affaccia ha capelli lunghi ma non lunghissimi, dato che è il braccio destro nell'immagine a dare l'impressione di una chioma più folta.
Nella seconda immagine, molto ingrandita, si vede che i capelli della donna che precipita non sono affatto corti come poteva sembrare dall'immagine normale, ma si estendono a destra della donna, probabilmente per effetto composto del vento relativo del corpo che cade roteando nell'aria e del vento reale.
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Forse Edna, disperata, scelse di farla finita e si lanciò nel vuoto...
Una ricerca in rete non ha portato alcun risultato in tal senso: siamo forse i primi ad aver notato l'abbigliamento della donna che precipita?

Se qualcuno avesse notizie in merito, sarei grato se mi facesse una segnalazione.

Furono più di 200 le persone che si buttarono dalle Torri in fiamme e le immagini dei loro corpi che precipitano sono fra le più sconvolgenti documentazioni della tragedia del World Trade Center.

 

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