Attacco al Pentagono: ricostruzione balistica dell'impatto

di Enrico Manieri - Henry62
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Quella che segue é una ipotesi di ricostruzione dell'impatto al Pentagono, realizzata tenendo conto di quanto é stato possibile recuperare in merito alla scena del reato, senza cioé utilizzare dati rivenienti da apparati elettronici dell'aereo (FDR) e dai filmati delle telecamere di sorveglianza.
Ripeto per maggior chiarezza che si tratta solamente di un'ipotesi di ricostruzione.

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- Le fonti utilizzate -

  • Rapporto della Contea di Arlington, “After action report on the response to the September 11 terrorist attack on the Pentagon”, 2002;
  • Rapporto ASCEE, “The Pentagon building performance report”, 2003;
  • Manualistica varia ufficiale della Boeing relativa al modello 757;
  • Immagini rilasciate nel corso del processo Moussaoui;
  • Immagini e filmati rilasciati ufficialmente dal Dod;

inoltre, non come base di discussione ma semplice integrazione: immagini reperite in rete.

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- Testimonianze verificate da diverse fonti ufficiali -

. Premetto che per individuare le varie colonne del Pentagono userò la nomenclatura standard composta da cifra e lettera.

Alle ore 09,38 locali, un testimone oculare dell’impatto, secondo la testimonianza giurata rilasciata alla Contea di Arlington, vide la punta dell’ala destra del Bo757 colpire il generatore da campo da 750 KW posizionato nei pressi del Pentagono, mentre il motore destro abbatteva parte della recinzione a rete che circondava il generatore.

Sempre secondo la testimonianza, rilasciata in un documento ufficiale nel 2002 e quindi antecedente a tale data di pubblicazione, lo stesso testimone vide il motore sinistro emettere una voluta di vapore poco prima dell’impatto (il nome del testimone è Frank Probst ed è stato interrogato successivamente anche dall’equipe che stese il Rapporto per l’ASCEE, confermando quanto già rilasciato in precedenza). Il testimone prosegue dicendo che scappò via in direzione del Parcheggio Sud, cadendo un paio di volte, mentre piccoli frammenti di ala scendevano ondeggiando intorno a lui.

GENERATORE = colpito da punta ala destra

RETE GENERATORE = colpita da motore destro

AEREO = visto colpire la facciata

ALA DESTRA = colpisce generatore

MOTORE DESTRO = colpisce rete di recinzione generatore

MOTORE SINISTRO = emette una fumata (Vapore? Fumo?)

FRAMMENTI DI ALA = piccoli frammenti si libravano nell’atmosfera in direzione del Parcheggio Sud

Un secondo testimone, Don Mason, dichiara di essere stato in macchina e di essere stato sorvolato dall’aereo, di averne seguito il volo e di aver visto l’aereo impattare con 3 lampioni fra la sua posizione e il Pentagono; vide il precedente testimone Probst, suo compagno di lavoro nell’ambito del Progetto di Rinnovamento del Pentagono, scappare via cadendo, mentre il generatore aveva una piccola esplosione dovuta all’impatto dell’ala destra e vide l’aereoplano colpire il Pentagono fra il generatore e l’eliporto, con l’ala sinistra più bassa di quella destra. In particolare, ricorda di avere visto la coda dell’aereo mentre l’aereo si infilava nel palazzo e la palla di fuoco scatenatasi dall’impatto superare l’altezza del palazzo.

LAMPIONI = 3 lampioni colpiti da aereo

GENERATORE = colpito da ala destra e piccola esplosione, seguita da denso fumo nero

AEREO = visto colpire facciata e vista coda entrare nella facciata

ALA DESTRA = colpisce generatore e provoca esplosione seguita da denso fumo nero

Sempre il secondo testimone vede delle fiamme provenire, dopo l’impatto, dalle finestre a sinistra del punto di impatto.

FINESTRE A SINISTRA = fuoco provenire dall’interno del palazzo

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- Danni visibili sulla facciata -

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La linea di giunzione del Pentagono è all’altezza della colonna 11, mentre dalle immagini ante crollo si vede che la zona danneggiata, dove non è più presente la facciata, parte dalla colonna 8 del piano terra (primo piano secondo gli Americani); sono completamente assenti le colonne 10, 11, 12, 13 e 14.

Al primo piano (secondo piano per gli Americani), il danneggiamento completo della facciata inizia dalla colonna 11 fino alla colonna 15, con però le finestre ad alta resistenza ancora al loro posto, nonostante la facciata sia scomparsa nella parte bassa, fra le colonne 11 e 13.

La sola colonna mancante a questo piano è quella individuata dal numero 14.

I piani superiori al primo (secondo per gli Americani), risultano integri a meno di segni di impatto di frammenti al terzo piano (quarto per gli Americani) sulla destra della zona di impatto.

Al piano terra le colonne 9, 15, 16 e 17, risultano pesantemente danneggiate; dopo il crollo, anche la colonna 18 sarà interessata dal collasso della struttura. La zona collassata va dalla colonna 11 alla 18.

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- Ipotesi di ricostruzione -

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L’aeromobile è in volo ad alta velocità verso il Pentagono ed incontra sul suo cammino alcuni ostacoli, il più importante dei quali, per la massa, è il generatore.

Negli urti contro i lampioni, che geometricamente vanno a colpire le ali nel terzo esterno, l'aereo perde porzioni delle estremità alari che ne riducono la portanza e ne alterano l'assetto.

Nella mia personalissima ipotesi é possibile che l'ala sinistra, dopo aver colpito ripetutamente i lampioni, possa avere danneggiato l'integrità del serbatoio alare, da cui potrebbe fuoriuscire del carburante nebulizzato.

Nell’impatto del motore destro, che genera l’esplosione del generatore, l’aereo in volo orizzontale perde parte dell’ala destra e probabilmenmte subisce il distacco del motore e, di conseguenza, sposta ulteriormente il suo assetto, alzando l’ala destra e abbassando quella sinistra.

Come detto, entrambe le ali hanno subito una decurtazione nel terzo esterno, la zona strutturalmente più fragile, riducendo così l'apertura alare dell'aereo che impatta la facciata.

Le parti di ala perdute sono spezzate in piccole parti, non in ampie superfici, come mi é stato confermato avvenire nel caso di impatti ad alta velocità per le leghe aeronautiche da tecnici specialisti aeronautici sia militari che civili (ipotesi confermata anche da almeno una testimonianza giurata e dai reperti di matrice aeronautica individuati in prossimità dei lampioni abbattuti).

Nel momento in cui la fusoliera impatta all’altezza della colonna 14, il motore sinistro è prossimo al terreno o addirittura a terra (danneggiamento muretto e piastre metalliche di accesso ai vani sotterranei del Pentagono).

L’impatto della fusoliera avviene all’altezza del pavimento del primo piano (secondo floor per gli Americani) o poco sotto, per cui le ali impattano rispettivamente sopra (ala destra) e sotto tale livello (ala sinistra).

Non ci sono segni evidenti di impatto presso la colonna 14 al di sopra del livello del pavimento del secondo piano (terzo per gli Americani). Dall’analisi dell’interno delle zone non collassate, emerge che i danni principali sono al pian terreno e, in parte al primo piano (rispettivamente 1 e 2 floor), con molte colonne interne del pian terreno che, pur essendosi staccate dal soffitto, risultano abbattute e ancora ancorate al pavimento in posizione prona e tutte con direzione di abbattimento indicante una causa di impatto proveniente dall’esterno facciata (da indicazioni tecniche, risulta un angolo medio di inclinazione rispetto alla fila di 42 gradi, lo stesso che caratterizza l’angolo di impatto della traiettoria dell’aereomobile).

Molte colonne ancora attaccate ad entrambi i vertici risultano deformate con profili continui, da deformazione progressiva e non impulsiva.

A destra della zona di impatto, segni fra le colonne 18 e 20 potrebbero essere i testimoni dell’impatto dell’ala destra, o meglio di ciò che resta dell’ala destra dopo l’impatto col generatore e con la zona ad alta resistenza data dal pavimento del primo piano.

Questo pavimento ha agito da lama nell’impedire la penetrazione della parte esterna dell’ala destra.

Importante segnalare che sempre a questo pavimento e al soffitto del primo piano (2 floor) si deve l’azione di distruzione dell’impennaggio di coda, che non ha impattato verticalmente ma inclinato, in accordo con l’inclinazione delle ali e con la progressiva distruzione della fusoliera, le cui ordinate si sono via via distrutte nell'impatto con questa struttura orizzontale.

Ricordo che nella zona della coda è presente la turbina dell'APU (Auxiliary Power Unit), il sistema che fornisce energia per le operazioni a terra.

Sempre alla coda, in particolare all'azione resistente della radice degli stabilizzatori orizzontali dell'impennaggio e all'APU, si dovrebbe quindi la distruzione della colonna 14 del primo piano (2 floor).

Il crollo di tutta questa parte fa pensare che il danneggiamento delle componenti orizzontali (creazione di una cavità in senso verticale nella zona di impatto, dovuta all’azione meccanica dell’aereo impattante, che ha “consumato” le strutture orizzontali e travolto quelle verticali) sia stato tale da indebolire fin dal primissimo impatto la stabilità dell’edificio, che infatti, osservando le immagini ante-crollo, evidenzia già un cedimento sulla zona di giunzione.

Tale cedimento, poi, anche in virtù dello snervamento operato sulle strutture in acciaio a causa dell’incendio, ha comportato il completo collasso della struttura entro una quarantina di minuti dall'impatto.

Entrambe le ali, al momento dell’impatto della fusoliera, sono collassate, sia destrutturalizzandosi per effetto idrodinamico dei serbatoi alari ancora pieni, che operando un movimento a forbice verso la fusoliera (l'asse di rotazione dei motori, e di conseguenza anche la spinta generata, da manuali Boeing risulta, a riposo, inclinata di 1,5 gradi a divergere verso la coda), inoltre la massa stessa di motori e carburante dei serbatoi alari avrebbe agito in tal senso.

Ricordiamo l'importanza fondamentale dei fenomeni idrodinamici legati alla presenza nelle ali dei serbatoi alari contenenti il carburante allo stato liquido (incomprimibile), così come primariamente evidenziato dalla'analisi Purdue.

Una volta penetrata la facciata del Pentagono, la fitta rete di colonne e l’azione di taglio della soletta fra piano terra e primo piano ha rapidamente distrutto l’integrità dell’aereo, operando una minutissima frammentazione dei rottami che a loro volta sono stati inglobati nelle masse in movimento di muri interni e materiali travolti.

Interessante notare che l’azione meccanica sulle colonne è individuabile anche sulle colonne del primo piano, non solo del piano terra, per cui si deve ipotizzare una divisione della massa dell’aereo (o meglio dei rottami) su due piani, con gli elementi del motore di sinistra che si sono infilati al piano terra e sono probabilmente responsabili, con gli altri elementi ad alta densità, del punch-out del terzo livello, mentre il motore di destra, dopo il violento impatto col generatore, potrebbe avere subito un impatto molto più consistente contro non solo le colonne ma anche contro l’elemento resistente orizzontale, che ne avrebbe diminuito di molto l’energia cinetica e, probabilmente, distrutta l’integrità in parti di minori dimensioni (ipotesi che giustificherebbe così l’assenza di foro di uscita per il motore di destra).

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Si veda anche l'articolo:

"Attacco al Pentagono: le impronte della facciata"