Il Libro "Inganno Globale" edizione 2007

di Henry62
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Finalmente, dopo più di due mesi dall’annuncio, è arrivata in distribuzione l’edizione riveduta del libro Inganno Globale di Mazzucco.
Devo ringraziare la segnalazione di un nostro attento lettore, perché, onestamente, la cosa era passata del tutto sotto silenzio.
Come nella prima edizione, anche questa aggiornata al 2007 ha allegato il dvd in omaggio col film omonimo. Chi ha prenotato presso il proprio libraio questa seconda edizione del lavoro di Mazzucco ha però avuto una piccola sorpresa, perché il libro non risulta ancora disponibile nelle librerie ma è invece diffuso come gadget allegato ad una rivista della Macro Edizioni, in genere venduta al prezzo di 4 Euro e per l’occasione disponibile al prezzo maggiorato di 9,90 Euro.

Dico subito che non sarà facile recuperare la rivista in questione, perché per trovarla ho dovuto girare per una quindicina di edicole, dove alla fine ho recuperato l’unica copia che era stata inviata. La rivista, che onestamente non avevo mai visto prima, si chiama “Il/La Consapevole – Stili di vita – Modi di pensare”. Dovrebbe trattarsi di un bimestrale, ma non ne sono certo perché riporta Anno 4 Numero 9, Febbraio-Marzo 2007, quello che è certo è che degli 8 numeri precedenti è possibile ordinare gli arretrati al prezzo speciale di promozione di un numero omaggio se se ne ordinano più di 4 numeri. Già la scelta della distribuzione in edicola è significativa dell’approccio dell’editore e dell’autore, perché bisogna dare loro atto che si tratta di una scelta coraggiosa, ma vorrei segnalare anche la presenza di un’intervista a Mazzucco nella rivista e, cosa alquanto strana, una interessante postfazione nel libro a difesa del lavoro da parte dell’editore che, secondo me giustamente, difende la scelta di campo fatta.
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Perché parlo di scelta di campo?
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Perché nei fatti di questo si tratta, cioè di diffusione di un’opera di propaganda che a priori ha scelto quali ipotesi sostenere e che trascura di citare tutte le prove che sono contrarie alle idee, o meglio opinioni personali, dell’autore. Questo metodo non è quello della ricerca della verità ma, più propriamente, della propaganda o, se preferite, della controinformazione. Sia chiaro che tutto ciò è lecito e legittimo, ma credo non completamente condivisibile se definito pomposamente “Sconvolgente! Il primo libro italiano sull’11 Settembre. Avvincente, inoppugnabile, documentatissimo” (scritta riportata in evidenza sulla confezione di vendita). Si potrebbe pensare a pure tecniche di pubblicità, ma confidiamo nel buon senso dei lettori che sapranno valutare da soli queste roboanti affermazioni: mai come in questo caso vale l’antico adagio “chi si loda…”.
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Del resto è a tutti chiaro che non si tratta del primo libro italiano sull’11 Settembre (qualcuno ricorderà certamente, per esempio, le rampogne di Mentana a Chiesa che faceva pubblicità ai suoi libri sull’11 Settembre durante una puntata di Matrix e lo stesso Blondet scrisse sull’11 Settembre ben prima di Mazzucco, ma si sa, per vendere tutto è lecito), non è affatto inoppugnabile, anzi, e vedremo quanto sia documentatissimo.

Questa nuova edizione, resasi praticamente obbligatoria per correggere i numerosi e gravi errori della prima, si presenta di facile lettura e ancora rivolta al pubblico non specializzato: si tratta in pratica della prima edizione cui sono stati apposte alcune correzioni e aggiunta l’intervista a Danilo Coppe, specialista italiano di demolizioni controllate.

Un po’ furbescamente, ma senza possibilità di trarre in inganno i nostri lettori, l’edizione viene definita in copertina del libro “Edizione ampliata e aggiornata Gennaio 2007”, perché definirla “riveduta e corretta” sarebbe stata un’ammissione forse troppo umiliante.
Mazzucco sa perfettamente che gli errori da me segnalati erano effettivamente tali e non credo che si possa parlare di aggiornamento 2007 di una vicenda avvenuta sei anni prima su correzioni di dati quali, per esempio, il numero di piani delle Torri o sulla natura bistatale e non municipale della Port Authority di New York.
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Comunque sia, non per me ma per rispetto ai lettori, mi sarei aspettato due parole sulle correzioni apportate rispetto alla prima edizione, ma così non è stato.
Evidentemente dà ancora molto fastidio ammettere i propri limiti, soprattutto se tali limiti emergono chiaramente da una discussione pubblica cui non si sa dare altra risposta che montare (per stessa ammissione di Mazzucco) una gogna mediatica nella home page di Luogocomune con cui esporre al pubblico ludibrio il critico reo di lesa maestà.
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L’impianto del libro è praticamente inalterato e pone le solite domande cui ormai siamo abituati, quelle stesse domande cui sono state date risposte sia dal lavoro di inchiesta del team di Popular Mechanics che, in tempi più recenti, dal lavoro “Inganno”, curato da John e recentemente approdato su Canale 5 nella trasmissione Matrix di Enrico Mentana.
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Vediamo ora di capire le correzioni fatte e valutare quindi il contenuto relativo ai fatti citati dal libro, visto che per nessun motivo intendo replicare alle personali opinioni complottiste dell’autore, ma vorrei analizzare solamente il suo metodo di ricerca della verità.
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Come forse ricorderete, avevo a suo tempo aperto una discussione su Luogocomune, sito di cui Mazzucco è webmaster, proprio sugli errori del libro Inganno Globale e la cosa non era stata certo gradita dall’autore, che in breve chiuse di forza la discussione ed espulse il sottoscritto dal suo sito.
Conclusione probabile e da me accettata senza problemi, sebbene il mio scopo fosse quello di segnalare alcuni errori del libro e farli così correggere: devo dire che anche in questo sono riuscito solo parzialmente, perché il buon Mazzucco nel suo “inoppugnabile” e “documentatissimo” lavoro è riuscito comunque a infilare errori che, in un caso, è una vera e propria perla.
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L’elenco degli errori corretti è, purtroppo per i lettori, solamente quello che avevo segnalato pubblicamente: ringrazio della fiducia riposta in me da Mazzucco, ma devo segnalare che non li avevo volutamente segnalati tutti, proprio per valutare la bontà dell’opera di revisione dell’autore, per cui devo constatare che quelli che non ho citato esplicitamente si ritrovano anche nella seconda edizione.
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In alcuni casi le correzioni apportate da Mazzucco risentono della sua partigianeria, quindi sono di fatto delle semplici variazioni lessicali di concetti del tutto errati.
Facciamo un esempio per chiarire: laddove a pag. 16 di IG1 parlava esplicitamente di termite, in IG2 parla di generici materiali esplodenti, peccato che la termite non sia un esplodente e, soprattutto, non siano state trovate assolutamente tracce della sua presenza.
Illazioni e ipotesi sostenute in primis da Jones, ma prove zero (e non mi riferisco al film di Chiesa…).
Così come per l’affermazione di IG2 che l’edificio WTC7 sarebbe crollato solamente a causa di un incendio.
Secondo l’autore in facciata al Pentagono continua ad esserci solamente un piccolo buco di 3-4 metri, più un ulteriore spaccatura frutto di una inesistente esplosione della parete verso l’esterno (IG2, pag. 46). Il Pentagono, nonostante le ampie discussioni in merito, viene sempre da Mazzucco ritenuto protetto da inesistenti batterie antiaeree (IG2 pag.49) , mentre un ipotetico Boeing che andasse ad impattare contro l’edificio ad una velocità di 850 Km/h avrebbe dovuto rimbalzare (IG2 pag.51).
Non so quali siano le nozioni di fisica che sottendano a queste valutazioni, ma certamente non si può imputare all’autore la mancanza di fantasia.
In merito all’analisi Purdue (IG2 pag.53) lascio a voi immaginare dove arrivi l”inoppugnabile” e “documentatissma” ricerca.
Il timone dell’aereo, che in IG1 era di acciaio, diviene in IG2 una “spessa lama metallica alta più di 6 metri”, sostituendo un generico metallo laddove, come ovvio, si trovano invece materiali compositi su travatura in lega leggera.
L’autore sembra poi avere una particolare attenzione per le finestre del Pentagono, della cui incolumità, per le finestre non direttamente impattate, non riesce proprio a capacitarsi, tanto da lasciarsi andare (IG2 pag.56) a ironiche battute che suonano fuori luogo sia nei modi che nella sostanza.
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Naturalmente, parlando sia del volo AA77 al Pentagono che del volo UA93, Mazzucco dimentica di citare l’esistenza delle scatole nere e delle identificazioni delle vittime, passeggeri ed equipaggio, ma questo è un dettaglio che l’autore non ritiene significativo e degno di menzione, mentre accenna, naturalmente sfrondata delle parti non gradite, l’intervista del sindaco di Shanksville (IG2 pag71) in cui si negherebbe la presenza di rottami dell’aereo caduto.
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Venendo invece alle Twin Towers, Mazzucco continua a diffondere l’ormai obsoleta, ripudiata e dimenticata da tutti, ipotesi del collasso a pancake (pag.98), risalente al 2002 e che nemmeno compare nel report definitivo del Nist del 2005, ma questo è funzionale per poter continuare imperterrito a scrivere che con tale ipotesi (che non si accorge di sostenere solamente lui, ormai), si violerebbero delle leggi di natura in riferimento ai tempi del crollo.
Evidentemente non è chiara la distinzione fra collasso e crollo, ma avendolo più volte spiegato proprio sulle pagine di Luogocomune, invito Mazzucco a leggersi il suo sito e ad aggiornare le sue teorie.
Stesso discorso vale per la spiegazione di come abbiano potuto 18 persone salvarsi dalla Torre Sud (pag.104).
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Le contraddizioni sono, come al solito, all’ordine del giorno: prima si dice che le Torri sono cadute sulla propria pianta, poi ci si chiede come pezzi delle Torri possano essere stati scagliati a distanze di decine e decine di metri: delle due, una… l’autore faccia la sua scelta e poi ne riparleremo, perché non è possibile commentare ipotesi antitetiche esposte nello stesso libro come se niente fosse.
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In merito alla vicenda della presenza di amianto nelle Twin Towers siamo arrivati al ridicolo: ricordo che Mazzucco pretendeva da me la documentazione con cui lui potesse correggere il suo clamoroso errore della prima edizione e su questo ingaggiò un ingenuo quanto per me divertente tormentone di messaggi in cui, praticamente, denunciava di fatto la sua completa incapacità nel chiarire questa vicenda, talmente importante per l’autore da presentarla invece all’interno di un paragrafo dal titolo evocatore di “Alla ricerca di un movente”.
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Nella seconda edizione la soluzione è stata salomonica: prendendo spunto da valutazioni “spannometriche” fatte da qualcuno in post anonimi della discussione da me aperta su Luogocomune, le tonnellate di amianto diventano circa 5.000 (Mazzucco, ti do del tu visto che ci conosciamo, mi puoi fornire la fonte di questo dato? Se ti può servire, ti ricordo che nella discussione questo numero usciva come stima della percentuale di amianto presente nel materiale isolante ma… c’è un ma… l’autore anonimo del post fece questa valutazione basandosi su percentuali in pesi, mentre le percentuali di composizione del materiale antincendio spruzzato al WTC venivano generalmente fatte … in volume. Scusa se non te l’avevo segnalato tempestivamente, ma non pensavo che lo avresti ripreso pari pari per il tuo libro. Alla faccia della approfondita e inoppugnabile ricerca ).
Inutile ricordare che la realtà è che l’amianto, reso non pericoloso per rimozione o incapsulamento, era presente solamente nei primi 38 piani della Torre Nord e completamente assente in tutti gli altri edifici, ma anche in Inganno Globale Aggiornamento 2007 l’errore continua a rimanere (confidiamo nell’aggiornamento 2008, che, senza tema di dubbio, sarà disponibile in edicola, magari in bundle con la Verità di Cristallo).
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In merito all’intervista a Danilo Coppe, devo essere onesto e ammettere che rispetto troppo l’opera di Danilo per affiancarlo al resto dell’opera mazzucchiana, per cui lascio a lui, se vuole, la possibilità di dire la sua da queste pagine.
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Non vorrei dilungarmi oltre, ma avevo promesso una perla, già presente nella prima edizione, che volutamente non era stata segnalata pubblicamente per poter valutare il “frutto dell’eccezionale lavoro di raccolta documentale di Massimo Mazzucco” (citazione di Giorgio Gustavo Rosso, editore di Inganno Globale, dalla postfazione pag.149): il povero Mark Bingham, vittima del volo UA93 e autore della famosa telefonata alla madre in cui si presentava con nome e cognome, per Mazzucco diventa Scott Bingham (pag,79) e la telefonata diventa letteralmente “Hi mom, this is Scott, Scott Bingham” (stessa pagina, 4° riga dall’alto), con tanto di virgolette per la citazione testuale.
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Peccato che Scott Bingham esista veramente e non sia il povero ragazzo appassionato di rugby morto a Shanksville, ma è uno dei più importanti e veri ricercatori sull’11 Settembre, titolare del sito Flight77.info e autore delle richieste che hanno portato al rilascio dei filmati del Pentagono.
Caro Mazzucco, capisco il fuso orario e l’assonanza dei cognomi, ma verificare ciò che si scrive è davvero così difficile?
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Un pensiero va anche a lei, signor Rosso, editore di questa pietra miliare italiana della ricerca sull’11 settembre, cui va tutta la nostra sincera solidarietà quando afferma (pag.153) che un suo secondo autore che scrive di 11 Settembre, David Icke, “sicuramente non è in grado , come Mazzucco, di documentare ogni cosa che scrive…”.
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Senza rancore, ma credo proprio che debba rassegnarsi a ricevere numerose recensioni negative, certamente mai insulti personali.
Un cordiale saluto.

5 commenti:

Jimbo72 ha detto...

Buongiorno Henry

Ho letto il tuo interessante articolo, sopratutto la parte finale riguardante l'amianto. E in particolare :
"Nella seconda edizione la soluzione è stata salomonica: prendendo spunto da valutazioni "spannometriche" fatte da qualcuno in post anonimi della discussione da me aperta su Luogocomune, le tonnellate di amianto diventano circa 5.000."

Ho visto che hai linkato la gogna pubblica a cui sei stato sottoposto, che poi é il sito di Luogocomune a cui sono iscritto.
Allora cominciamo a fare riferimenti precisi invece che spannometrici:
1) L'utente anonimo é Ashoka che come ben sai ha un nome e cognome visto che scrive con quello sul sito.
2) Il discorso sull'amianto é nato dal commento 502 pag. 12 del forum di discussione che hai linkato.
Dove Ashoka ti linkava questo :
http://www.nycosh.org/environment_wtc/gerrardarticle.html

che é il "New York Committee for Occupational Safety and Health" dove si parla chiaramente della quantità di amianto (il dato é del 1972).

Come vedi ti sono state date sia le fonti e non da un "utente anonimo" e con "dati spannometrici" ma con riferimenti precisi.
Mi farebbe piacere che gli utenti che leggono l'articolo perdano anche qualche ora del loro tempo per leggere tutte le pagine di quel forum , che oltre a fornire link interessanti forniscono anche la spiegazone della chiusura del forum.
Probabilmente anche a causa della malafede di Henry , come dimostra ulteriormente pubblicando su questo blog spot un articolo del genere parlando di "utenti anonimi" e "dati spannometrici", cosa senza dubbio falsa.
E il discorso della fonte pensavo che non fosse piu' da riprendere visto che commentavi :
"Henry62 ha scritto:
Allora, le 5000 tonnellate non sono di amianto, ma di pasta cementizia contenente amianto, quindi non parliamo tanto per parlare.
Sono certamente alcune centinaia di tonnellate di amianto e il problema resta, ma ciò, ripeto, non ha niente a che vedere col fatto che le Torri non erano "foderate di amianto".

Forse hai ragione , non parliamo tanto per parlare.

saluti

Jimbo72

Henry62 ha detto...

Buonasera Jimbo72,
sono lieto che tu trovi interessante l'articolo proposto e sono ben lieto di risponderti.
Il problema dell'amianto nelle Twin Towers, come sai, é un punto molto dolente per la produzione letteraria di Mazzucco e, avendo tu seguito la discussione a suo tempo aperta su Luogocomune, sai anche quanto sia sensibile Mazzucco su questo tema, al punto che più volte chiese a me le fonti per documentare la sua ricerca. Già questo mi sembra ridicolo, ma comunque fornii i riferimenti da cui chiunque potesse da solo capire che le cose non stavano affatto come Mazzucco scriveva.
In quel contesto apparve il post che citi di Ashoka. Allora vediamo un po' meglio questo discorso, perché anche in questo caso emerge il livello di pressapochismo che caratterizza un certo modo di intervenire su questioni che meriterebbero invece una maggior documentazione.
Tu dici, testualmente,

"...http://www.nycosh.org/environment_wtc/gerrardarticle.html

che é il "New York Committee for Occupational Safety and Health" dove si parla chiaramente della quantità di amianto (il dato é del 1972)."

Ma così non é, caro Jimbo72, perché quanto é linkato é un articolo di tipo forense in cui la citazione vera é una nota a fine articolo (nota n. 12) in cui risulta testualmente il riferimento ad un articolo di Newsday a firma del giornalista Dan Fagin, del 13 settembre 2001, che riprende un'altra citazione dell'Associazione Americana di Igiene Industriale; si legge:
"A 1972 article estimated that 5000 tons of asbestos-containing insulation material were being applied to the WTC".

Innanzitutto non é un dato ma é una stima, che viene ripresa senza altre informazioni, stima che risente di parecchie incertezze perché é un fatto che l'uso dell'amianto nella Torre Nord era stato bloccato nel 1971 dalla normativa allora entrata in vigore. Nel 1972 si andava a stimare un dato che era invece noto e riferito all'anno precedente, ma la cosa più interessante é che la stima non era sul quantitativo di amianto ma del composto contenente amianto. Ricordo che l'amianto é caratterizzato da una alta resistenza al calore, unita a bassa densità, cioé era usato in un composto fibroso leggero e all'epoca utilizzato in impasti che ne consentivano l'utilizzo per spruzzatura. La percentuale di amianto presente nel composto era quindi molto bassa. Non solo, ma nel tempo buona parte di questo amianto, che ricordo era presente originalmentye solamente nei primi 38 piani della Torre Nord, era stato reso inerte per incapsulamento o addirittura rimosso e sostituito da impasti a base di fibre minerali. Un dato certamente più accurato di valutazione dell'amianto presente al WTC1 alla data del crollo parla di 300, massimo 400 tonnellate, come puoi leggere da questa citazione tratta da un articolo pubblicato il 24 Gennaio 2002 da Todd Bates per The Poynter Institute:

"Paul Brodeur, a former staff writer for The New Yorker, said 300 to 400 tons of friable asbestos were in the World Trade Center's north tower."

E' molto semplice fare una ricerca in rete e trovare decine di documenti in formato pdf che chiariscono, senza ombra di dubbio, che questo é il vero livello di amianto che si é liberato nel crollo della Torre Nord.
Un'altra cosa interessante da valutare é che la presenza dell'amianto, come detto, riguardava solamente i piani bassi e sotterranei, per cui la dispersione delle polveri di amianto ha presenatato una asimmetria legata al fatto che le macerie cadute dall'alto hanno in parte ricoperto i piani più a rischio per la presenza dell'amianto. In parole povere, il livello di amianto presente nei campioni di atmosfera e polveri prelevati nei giorni immediatamente seguenti all'11 Settembre hanno sì evidenziato percentuali di amianto, in concentrazioni inferiori a quelle temute, anche per l'effetto favorevole delle piogge e delle correnti d'aria che hanno allontanato la nuvola dalla città e mantenuto al suolo gli inquinanti più aggressivi per i polmoni. Intendiamoci bene che la catastrofe ambientale é stata enorme, con conseguenze che saranno stimabili solamente nell'arco dei prossimi 40 anni, ma ciò é niente rispetto a quello che sarebbe avvenuto se le Twin Towers fossero state "imbottite di amianto" o se anche avessero contenuto 5000 tonnellate di questo pericoloso cancerogeno.
Detto questo, il problema é che comunque Inganno Globale aggiornamento 2007 continua imperterrito a fare disinformazione, visto che non é più possibile, dati i precedenti ricordati, parlare di semplice errore...
Chiunque può fare questa verifica con l'uso di un motore di ricerca e allora mi chiedo perché Mazzucco continui in questo atteggiamento che non ha alcuna scusante. Perché parlare di 5000 tonnellate di amianto se, al massimo, un giornalista ambientalista ne stima 400?
Francamente non lo so, ma sono cose come queste che rendono inattendibile un autore.

A proposito, visto che non sono più nella community di Luogocomune: come mai tanto silenzio su Inganno Globale riveduto e (ancora s)corretto?
Neanche un post, se non il tuo che cita la mia recensione chiedendo lumi... lo stesso Mazzucco si vergogna a parlarne?

Un salutone

Henry62 ha detto...

Caro Jimbo72,
credo tu meriti una risposta anche sulla mia presunta malafede.

Fino a prova contraria dietro ad un nickname ci può essere chiunque, e sono lieto che sia così, quindi un post firmato da un nickname é a tutti gli effetti anonimo, non avendo io il piacere di conoscere gli utenti di Luogocomune.
La stima della presenza di amianto é per forza di cose "spannometrica", anche perché basata su valutazioni che non ci é dato conoscere né dalla lettura del post né dalla lettura della citazione.

Per me la malafede é invece continuare a scrivere cose palesemente errate, dipingendo la propaganda per informazione.

Ciao

Jimbo72 ha detto...

??

Ma dove sono finiti i commenti?

E la mia risposta?

Henry62 ha detto...

Caro Jimbo72,
hai fatto confusione con i siti.
I tuoi commenti li hai pubblicati su Undicisettembre, e là sono con le mie risposte.
Però, se vuoi, puoi continuare il discorso qui.
Salutoni