Le Blueprint delle Torri Gemelle - Parte prima

di Enrico Manieri - Henry62
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Per chi si occupa di ricerca sull’11 Settembre quella appena conclusa è stata una importante settimana.
Il 27 marzo il professor Jones, ideatore e principale sostenitore della teoria della demolizione controllata delle Torri del World Trade Center con l’uso della thermite, ha comunicato, per il tramite di alcuni siti amici, di essere entrato in possesso di documentazione importante relativa alla Torre Nord, il WTC1.
Questa documentazione sarebbe stata ricevuta in forma anonima da una sconosciuta “gola profonda” che avrebbe avuto una partecipazione negli accertamenti tecnici che sono stati svolti nel corso delle cause legali che hanno opposto le Silverstein Properties, società proprietaria dell’edificio WTC 7 e affittuaria per 99 anni delle Torri Gemelle, contro il pool di società assicurative che si erano opposte alla richiesta di doppio risarcimento per il duplice attentato dell’11 Settembre 2001.
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Sappiamo che questa controversia legale si è conclusa dopo numerose sessioni con la sconfitta di Silverstein, dato che la corte di giustizia ha affermato che entrambi gli attacchi facevano parte di un unico evento terroristico coordinato, da risarcire in blocco e non facendo valere la copertura assicurativa per ogni singolo evento. La documentazione pervenuta è il fascicolo completo delle tavole architetturali cianografiche della Torre Nord (le cosiddette “blueprint”), più altri documenti di ispirazione legale e file di programmi di calcolo/CAD.
Certamente di notevole interesse le blueprint, anche se non sono le prime che si vedono, sia su Internet che privatamente.
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Personalmente ho ricevuto copie di disegni costruttivi delle Torri Gemelle da un architetto italiano che in gioventù aveva partecipato ai lavori, mentre, da ricerche da me svolte fra il 2003 ed il 2004, appresi la notizia dell’esistenza di documentazione microfilmata delle tavole di progetto e dei lavori successivamente eseguiti conservati da privati soccorritori.

E’ interessante, a tal fine, segnalare che la prima notizia dell’esistenza di questa documentazione la ricevetti nel luglio del 2003, quando appresi che Louis Briendel, un muratore che lavorava a due isolati di distanza dal WTC nel giorno dell’attentato, aveva partecipato ai lavori di soccorso e successiva ripulitura degli edifici non direttamente coinvolti nell’attacco, ma comunque colpiti dalla coltre di polvere e detriti generata dal crollo delle Torri.
Nel corso di questi lavori, Briendel aveva recuperato materiale e detriti, racchiusi poi in 40 borse che erano state poste a disposizione delle autorità e collocate in un magazzino sotterraneo. Passando il tempo e non venendo ritirate queste borse, il Briendel ne sollecitò sia personalmente che tramite i suoi responsabili il ritiro, ricevendo come unica risposta che in realtà quel materiale non interessava e avrebbe dovuto disfarsene.
Fu a quel punto che Louis guardò cosa era stato recuperato e, fra le molte carte e detriti, rinvenne anche una porzione di bobina di microfilm che, mezzo bruciacchiata, era però ancora leggibile in una sua parte ed in un frame aveva la scritta "Tower A - Floors 9 - 33", cioè aveva trovato un microfilm delle blueprint della Torre Nord. Sullo spezzone di microfilm c’era documentazione riguardante diversi progetti, in particolare “Bank of America”, “Chang HWA Bank”, e, soprattutto, tavole del progetto “B-Level Parking Area with the Fuel and Generator Rooms”. Dopo alcune ricerche, Louis attribuì il microfilm al “New York and New Jersey Photographic Offices”, posto al 74° piano della Torre Nord. Tramite la "Bank of America", appurò che i progetti erano relativi a lavori effettivamente svolti nel 1993, ma che loro, in quanto committenti, non avevano mai fatto alcuna copia in microfilm dei progetti sottoposti alla proprietà. Nessuno manifestò interesse per questi documenti, né la Port Authority di New York e New Jersey (PANYNJ, che aveva costruito le Torri Gemelle e che ne era a tutti gli effetti la proprietaria), né gli stessi architetti che avevano firmato i progetti salvatisi dal crollo. Il microfilm venne allora messo… in un congelatore e là ancora dovrebbe trovarsi.
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Un secondo importante riferimento alle blueprint è invece nel libro “American Ground”, di William Langenwiesche, a pagina 47 dell’edizione italiana, quando, parlando del LERA (uno studio di ingegneria condotto da Leslie E. Robertson – progettista del World Trade Center) sostiene che lo stesso LERA utilizzò la propria copia dei disegni originari (l’unica sopravvissuta perché il resto della documentazione era conservato dalla PANYNJ nei propri uffici all’interno della Torre Nord, e quindi era andata persa nel crollo) con grande attenzione e parsimonia, centellinandone la diffusione per garantirsi sia una partecipazione nei lavori di sgombero e ricostruzione, che una tutela in vista delle cause legali che andavano profilandosi per i risarcimenti alle vittime.
Quindi questi documenti sono importanti, anche se quanto rilasciato è solamente una piccolissima parte e, vedremo quanto significativa, dei disegni di progetto. Un’altra questione da porsi è perché questi documenti siano stati consegnati o resi pubblici solo ora. Dopo un periodo in cui le teorie alternative avevano avuto ampia ed incontrollata diffusione, sembra che recentemente si assista anche negli USA ad un ripensamento, che ha innescato una profonda riflessione anche in chi non ritiene di riconoscersi nelle teorie alternative sempre più fantasiose che, oltre alla thermite e agli esplosivi, parlano di armi nucleari o a raggi cosmici che avrebbero provocato il collasso delle Twin Towers. Un esempio di questo momento particolare di riflessione è il volontario auto-oscuramento del sito Pentagonresearch, il cui webmaster Russell Pickering, piuttosto critico nei confronti dei resoconti ufficiali, ha deciso di prendersi una pausa di sei mesi per cercare di capire ed evitare nel frattempo di pubblicare dati errati, soprattutto alla luce delle nuove testimonianze emerse dopo più di cinque anni dai fatti, sulla traiettoria dell’aereo che ha colpito il Pentagono. E’ piuttosto strano , comunque, vedere come le diverse teorie alternative siano sempre più spesso fra loro in contrasto e tutte contraddette dalle evidenze tecnico-scientifiche. In questo momento la pubblicazione delle blueprint potrebbe avere due possibili spiegazioni: in chiave "complottista" si potrebbe avere un rigurgito di vis polemica contro le analisi del Nist, ma in chiave “ufficialista” potrebbe essere l’occasione per stroncare completamente le polemiche che imperversano sul web, dimostrando chiaramente l’inconsistenza tecnica delle critiche portate all’operato dello stesso Nist. Quello che è certo, comunque, è che l’importanza di questi documenti è stata ampiamente sottovalutata o meglio, forse non compresa integralmente, visto che le reazioni finora sono state solamente in chiave di rivalsa rispetto al Nist, mentre in Italia si assiste alla solita scena muta di chi dice di ricercare la verità ma che poi, nei fatti, parla d’altro. Personalmente ritengo che sia il caso di analizzare questa documentazione e dire, finalmente se il Nist abbia o no manipolato i dati della struttura, per piegarli, secondo i "complottisti", alla versione ufficiale dei fatti.
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Prima di vedere nel dettaglio questo argomento, due parole le meritano anche le reazioni di alcuni guru americani delle teorie alternative. A parte il professor Jones, destinatario primo dell’invio di cui abbiamo detto, il sito di Loose Change riporta questo intervento tratto dalla lettera che accompagnava il materiale: Excerpts from the letter sent to Dr. Jones: "I was not sure if this information was available and I wanted to make sure that it first went to people who are well versed on the existing material. I have enclosed ... the architectural plans of the WTC Complex in .TIFF format. I have also included the WTC Tower collapse ... data that [we] compiled. My hope is that this can be posted on the appropriate websites and more people can make use of it. I would like to contribute my efforts where I can as I was on the ... team working for Silverstein Group ... in 2002". I'm glad this vital evidence can finally be put into the public domain where it belongs. Many thanks to this individual, and to Dr. Jones for passing this information onto me. da cui si apprende che, effettivamente, il materiale è stato inviato da un appartenente ai gruppi di lavoro della Silverstein Properties, spedito perché potesse essere pubblicato da siti che lo mettessero a disposizione di tutti coloro che lo volessero utilizzare.
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Questa formula, francamente mi lascia molto perplesso, soprattutto perché le tavole fornite, in formato digitale TIFF, sono quelle archittettoniche, non quelle costruttive.
Naturalmente, se l’intento era quello di ridare vigore ai siti "complottisti" un po’ appannati e a corto d’argomenti, il risultato sembrerebbe essere stato raggiunto. Sul sito Infowars.net di Alex Jones, Steve Watson scrive un articolo ma, per prudenza, utilizza l’espediente di riportare una citazione piuttosto critica da un altro sito (http://911research.wtc7.net/wtc/evidence/blueprints.html): The detailed architectural drawings make clear what official reports have apparently attempted to hide: that the Twin Towers had massive core columns, and those columns ran most of the height of each Tower before transitioning to columns with smaller cross-sections. Both of the government-sponsored engineering studies of the Twin Towers' "collapses" -- FEMA's and NIST's -- are highly misleading about the core structures. Neither Report discloses dimensions for core columns -- dimensions that are clearly evident in the architectural drawings. Both Reports use a variety of techniques seemingly designed to minimize the strength of the cores or to conceal their structural role entirely.
Cioé, traducendo liberamente, questi documenti chiarirebbero (il condizionale é mio) ciò che i report ufficiali avrebbero cercato di nascondere, e cioè che le Torri Gemelle avevano robuste colonne nel nucleo centrale e che queste colonne erano tali per molta parte dell’altezza degli edifici, prima di passare a colonne di sezione minore. Sempre secondo la citazione, sia la FEMA che il Nist, finanziati da fondi pubblici, avrebbero fornito dati ingannevoli e fuorvianti in merito alla struttura del core. Nessun report rivelerebbe le vere dimensioni delle colonne del core, dimensioni che sarebbero (il condizionale è sempre mio, mentre l’autore fa una affermazione certa) chiaramente evidenti dai disegni architetturali. Sempre secondo l’autore, entrambi i report ufficiali userebbero una serie di tecniche per minimizzare la resistenza del core o per dissimulare del tutto il loro ruolo strutturale.
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Leggendo queste affermazioni, il dubbio che si possa trattare in realtà di un regalo avvelenato è più che lecito.
Chi ha inviato queste tavole probabilmente sapeva di poter contare su reazioni epidermiche e superficiali, cui ormai siamo abituati da un certo modo di interpretare la ricerca della verità, non su analisi serie di esperti del settore.
L’affermazione riportata da Steve Watson è quanto meno errata, se non del tutto falsa, e sarebbe facilmente verificabile da tutti se solamente si analizzasse quanto scritto nella reportistica definitiva del Nist del settembre 2005.
Nel suo report Ncstar 1-3, “Mechanical and metallurgical analysis of structural steel”, il Nist riporta a pagina 10, nel capitolo 2, paragrafo 2.3.2, la seguente illustrazione:
in cui, oltre alla nomenclatura ufficiale da progetto, risulta chiaramente indicato il piano in cui la sezione della colonna del core passa da rettangolare chiusa a doppia T aperta, oltre ad indicare esplicitamente la forma della sezione all’84° piano oggetto della rappresentazione.
Ho voluto verificare questa immagine, di fonte Nist, con la corrispondente blueprint, individuata dal codice A-A-143, raffigurante la struttura del core per i piani dall’84° all’86° e coincide perfettamente, così come ho verificato a campione la corrispondenza del piano di cambiamento della sezione delle colonne e, ancora, ho trovato corrispondenza.
Quindi è falso dire che il Nist abbia fornito dati fuorvianti sulla sezione delle colonne e affermare ciò può significare solamente cattiva fede o scarsa padronanza della reportistica ufficiale (un eufemismo per dire di non aver nemmeno letto ciò che si vorrebbe criticare).
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Chiarito che la forma della sezione delle colonne del core non è stata oggetto di manipolazione da parte del Nist, veniamo ora a parlare delle dimensioni.
Sempre nello stesso report il Nist pubblica a pagina 11 la seguente tabella:
in cui vengono chiaramente fornite le dimensioni delle sezioni delle colonne del core fra i piani 83 e 86, con l’indicazione anche della codifica delle travi a doppia T utilizzate.
Ora mi piacerebbe sapere in base a quale lettura delle blueprint si possa dire che queste indicazioni non siano corrette, visto che le blueprint non sono disegni costruttivi, che pure esistono per il WTC, ma sono solamente tavole architetturali.
Ciò significa che i vari elementi architettonici sono raffigurati convenzionalmente e non in scala costruttiva, per cui è un errore colossale pensare di ricavare da tali tavole indicazioni in scala di componenti strutturali (in questo, forse, sta il regalo avvelenato).
Per dimostrare quanto affermo, consideriamo la seguente immagine, che non fa parte delle blueprint rilasciate da Jones, ma fa parte dei disegni costruttivi del WTC in mio possesso:

Si tratta del particolare della sezione delle colonne del core dell’atrio principale (Main Lobby Core Wall Plan Details, tavola A-AB- 266), in cui si vede chiaramente che la colonna dell’angolo inferiore sinistro, corrispondente alla 1001 della figura precedente, ha sezione rettangolare chiusa con all’interno un ulteriore irrobustimento.

Ciò coincide con quanto segnalato per le colonne del core poste alla base dell’edificio, come visibile da queste immagini:

in cui si vede la base di una colonna e, soprattutto, una reale colonna conservata fra i reperti del WTC.

Vediamo ora come le tavole architettoniche rilasciate rappresentano questa stessa colonna, facendo riferimento alla tavola A-A-20, First Floor Core Plan. La tavola rilasciata è questa:

E ora vediamo un confronto del particolare della sezione della stessa colonna 1001:

Blueprint Architetturale (rilascio Jones)

Blueprint Costruttiva (fonte: Henry62)

E’ quindi assolutamente chiaro a tutti che utilizzare queste tavole architettoniche per fare indagini non solo sulle dimensioni, ma anche sulla semplice forma della sezione, è demenziale e degno di chi ipotizza atomiche o raggi cosmici nel collasso del WTC.

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