"Boiate pazzesche"

di Henry62

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Quella che proponiamo oggi è una osservazione alla risposta di Giulietto Chiesa alla lettera pubblicata in data 10 febbraio 2008 da Megachip, nella sezione "Lettere a Giulietto Chiesa".
La lettera si intitola "Boiate pazzesche" ed è a firma di Simone Piga, studente.

Il signor Piga ritorna sulla trasmissione di RAI3 di Augias che ha visto Chiesa impegnato a presentare, col suo libro Zero, l'omonimo film e le solite teorie del complotto in merito ai fatti dell'11 settembre; il signor Piga scrive:

"...
Del resto non rifiutano questi personaggi di dichiarare il proprio nome e cognome, di "metterci la faccia", come si suol dire, dichiarandosi esperti in varie discipline senza possibilità di verifica e celandosi dietro uno strano "giornalista" residente in Svizzera?
E tutto questo, a loro dire, "per ragioni professionali e per poter lavorare in pace (molti complottisti sono aggressivi e maleducati)"!!
La seconda domanda è invece un punto (forse) a loro favore, e riguarda la vicinanza dell'aeroporto Reagan al Pentagono: come si vede dalla foto (che allego a questo messaggio) gli aeroplani in atterraggio/decollo passano giocoforza davvero molto vicino all'edificio; la distanza tra le due località è, a occhio, di meno di 5 km.
E' possibile che per questo motivo non sia possibile installare alcun sistema difensivo antiaereo?
Congratulazioni a lei e a tutto il gruppo di lavoro.
Simone Piga, studente. "
La fotografia allegata citata da Piga non c'è, ma penso possa riferirsi a questa che ho pubblicato sul mio blog:
Ci siamo già occupati su 11-SETTEMBRE della trasmissione di RAI3 e anche del libro "Zero".
Ora vorrei invece occuparmi della risposta di Chiesa a Piga (come al solito, colore e grassetto del font sono miei):
"...
Tocco solo due questioni.
La prima è la cosiddetta "faccia" che questi signori metterebbero in campo. Scusa, ma chi li conosce? E' un gruppetto, questo è certo.
Chi ci sia dietro "nessun lo sa". Quali siano i loro "esperti", neppure. Se c'è qualcuno che "ci ha messo la faccia" sono io.
Secondo : l'aeroporto in questione non è il Reagan, che sta da un'altra parte, precisamente ad Arlington County, Virginia. Quello cui ci riferiamo è il Dulles Airport in Washington DC. Che, come esattamente scrivi, si trova assai vicino al Pentagono e alla Casa Bianca. Gli aerei, per atterrarvi, seguono infatti un percorso assolutamente definito, che non ammette eccezioni. Seguono il corso del Potomac, ne seguono addirittura le anse (come ho potuto personalmente verificare decine di volte quando lavorai a Washington come fellow del Wilson Center), unico percorso possibile di avvicinamento.
Rende ciò impossibile installare un dispositivo antiaereo?
Tutti i testimoni, civili e militari, con cui abbiamo parlato, affermano e documentano che il sistema di difesa esisteva ed esiste.
E, del resto, chi può credere che Pentagono e Casa Bianca non sono difesi da niente?
Inoltre tutti gli aerei che non seguissero quella rotta, molto precisa, di avvicinamento alla pista del Dulles dovrebbero avere un segnale di riconoscimento militare "friend or foe".E la difesa aerea dell'area è per questo motivo assolutamente "blindata", anche perchè i tempi di reazione sarebbero di una manciata di secondi.
Dunque riassumendo, quell'aereo (civile) doveva avere un segnale speciale, codificato, "friend or foe".
Ma un aereo civile non poteva avere quel segnale a bordo. A meno che non fosse stato installato in precedenza (Da chi? Da un altro fanatico islamista?).
Infatti non basta staccare il transponder civile, occorre un altro transponder in grado di inviare il segnale rassicurante.
Dunque le cosiddette tesi dei kamikaze di Bush fanno non solo acqua ma anche pena. "
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Allora, facciamo un po' di chiarezza.
Lasciando perdere le sciocchezze del sistema elettronico IFF ("If Friend or Foe") e dei cartoni animati delle batterie antiaeree, devo dire che fa veramente sorridere veder parlare di kamikaze proprio da chi si è appena messo alla guida di uno... Zero!
Tornando seri, il gruppo cui Chiesa allude, ma che non cita esplicitamente, dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) essere quello di Undicisettembre, un gruppo informale che raccoglie persone di differente estrazione culturale e professionale che condividono lo stesso amore per la ricerca con metodo scientifico relativa ai fatti dell'11 settembre, ma non solo.
Oltre a fornire supporto all'accesso alla documentazione originale, grande attenzione viene dedicata dalle pagine del sito Undicisettembre alle teorie complottiste e alla errata interpretazione della realtà che spesso viene operata da chi sostiene teorie alternative per dare supporto alle proprie tesi, spesso campate letteralmente per aria.
E' logico che le affermazioni e la produzione video e cartacea di Mazzucco prima, poi di Blondet ed ora di Chiesa siano quindi oggetto di attenta analisi, perchè sono costoro che propugnano in Italia le teorie complottiste attraverso la loro produzione, che siano video, libri o siti.
Chiarito quindi perchè ci si occupi di Chiesa, restano da chiarire i punti della risposta di Chiesa.
Non è assolutamente vero che sia solamente lui a metterci la faccia, perchè, come chi mi legge ben sa, altri prima di lui hanno messo la faccia davanti a milioni di telespettatori parlando dei fatti dell'11 settembre, sia da parte complottista che non-complottista, visto che il buon Chiesa dimentica di essere giunto buon ultimo ad occuparsi di 11 settembre, con un bel po' di ritardo rispetto ai vari Blondet/Mazzucco/Attivissimo ed al sottoscritto.
La trasmissione che ho avuto il piacere di preparare con RAI1, quello SpecialeTG1 che poi mi vide anche ospite in studio, è stata la prima a portare su una rete televisiva nazionale, pubblica, la questione dell'11 settembre.
Dopo di quella, altre trasmissioni sono seguite, ma quel primo SpecialeTG1 "P come Pentagono M come Mistero" del 19 febbraio 2006 è rimasto come un punto di riferimento, riconosciuto anche dai complottisti per l'indipendenza e la competenza con cui questi argomenti sono stati portati all'attenzione del grande pubblico su un canale mainstream.
A quella trasmissione ne seguì un'altra, sempre su RAI1, dedicata al World Trade Center, quindi il mio impegno sulla rete con questo blog ed il supporto al Gruppo Undicisettembre.
Come si vede, il mio è stato un percorso compiuto in senso opposto a quello di molti altri: sono approdato alla rete solo dopo aver trattato pubblicamente la questione , mettendoci la faccia - come direbbe Chiesa - sulla più importante rete televisiva nazionale.
Il primo punto di Chiesa, quindi, è smentito dai fatti.
Veniamo al secondo, più interessante perchè ci consente di verificare, indirettamente, la preparazione del ricercatore Chiesa.
Chiesa dice:
"...
Secondo : l'aeroporto in questione non è il Reagan, che sta da un'altra parte, precisamente ad Arlington County, Virginia.
Quello cui ci riferiamo è il Dulles Airport in Washington DC.
Che, come esattamente scrivi, si trova assai vicino al Pentagono e alla Casa Bianca.
Gli aerei, per atterrarvi, seguono infatti un percorso assolutamente definito, che non ammette eccezioni.
Seguono il corso del Potomac, ne seguono addirittura le anse (come ho potuto personalmente verificare decine di volte quando lavorai a Washington come fellow del Wilson Center), unico percorso possibile di avvicinamento.
..."
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Sbagliato!
Anzi, doppiamente sbagliato, perchè il "Dulles International Airport" è comunque in Virginia e non è affatto l'aeroporto più vicino al Pentagono.
Io non so come Chiesa abbia potuto scrivere una cosa del genere, soprattutto se, come dice lui, è stato decine di volte in quell'aeroporto, ma le affermazioni di Chiesa sono evidentemente errate.
Osservate la cartina:

Come è chiaramente visibile, l'aeroporto in prossimità del Pentagono è proprio il "Reagan National Airport" ed una delle sue piste è addirittura rivolta in direzione proprio della sede del DoD, per cui il relativo corridoio aereo passa a poche centinaia di metri dal Pentagono.

Qui potete invece trovare la descrizione del famoso approccio lungo il fiume Potomac.

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